22 novembre 2007

io sono... leggera, molto leggera.

"-Gli uomini muoiono nel peggior momento della loro vita?,
o è la morte il peggior momento della loro vita?
-Il mistero della vita e della morte nessuno mai seppe svelare. Noi sappiamo soltanto che nessuno vorrebbe morire. La morte è quel momento nel quale gli uomini aspirano di più a vivere. E' la grande porta della vita, ma giunti ad essa rimangono abbruciati dal calore. Se uno di questi potesse destarsi vi direbbe che sia la vita e il suo mistero. E forse chiederebbe a voi che sia il mistero della morte."
Aldo Palazzeschi "Il codice di Perelà"

-chi sei?
-sono una castagna.
-una castagna? ma... sei grande, ti fanno arrosto?
-spero di no. Io vorrei stare in una tasca.
-in tasca? senti signora castagna io ti do un consiglio... la vedi quella porta rossa là in fondo? bussa 42 volte. Ti aprirà Oidda, la strega, e ti trasformerà in una persona.
-io sono castagna. E' sempre stato il mio sogno essere così.
-perchè?
-beh. per stare in una tasca.
-in tasca?
-siamo tanto leggeri, in tasca.
-e cosa ne sai della vita se stai dentro una tasca?
-io non voglio sapere niente. Vorrei solo essere felice.
-invece bisogna essere informati. Cosa ci fai dentro una tasca?
-te cosa ci fai davanti a questa porta verde?
-io? che domande sono! è il mio regno verde! Io sono normale, sei tu che sei strana!
-io sono una castagna.
-senti signora castagna, cosa sei venuta a fare qua?
-cerco la mia valigia.
-o bella! una valigia.e dimmi... c'erano i soldi?
-no.
-gioielli? roba preziosa?
-beh... c'era la polvere. Era una valigia piena di polvere.
-di polvere? o bella! puah! una valigia piena di polvere! che te ne fai signora castagna?
-la polvere beh... i sogni sono di polvere.
-Non so da dove vieni signora castagna, ma da noi è vietato tenere la polvere. La polvere è il male. senti signora castagna, che ne dici di governare con me il mio regno verde? ti potrei insegnare un mucchio di cose e così non penserai a quella stupida polvere.
-non posso. devo cercare la mia valigia piena di polvere e poi devo tornare dentro la tasca.
-o bella! beh sei proprio ridicola.
-sono una castagna.
-va bene va bene, ho capito. allora vattene stupida castagna. non vedi che intralci? puah castagne..
-...

06 novembre 2007

invecchiando..



"strappai le pagine del taccuino una a una, le accartocciai e le gettai in un cestino di rifiuti. Giunsi all'ultima pagina proprio mentre il treno si metteva in movimento."
Paul Auster "trilogia di New York"

Ci sono momenti che tutto sembra diverso. I punti di riferimento spariscono e io mi ritrovo sola in cammino, lungo un corridoio senza fine. Ho paura di quelle porte rosse, di tutto quel bianco accecante e del rumore sordo dei miei passi incerti. Ho paura del passato mutevole. cosa cambia? Sono sempre io quella di un tempo o vengo da un sogno alternativo? i futuri si intrecciano e io, miserabile, posso solo non riconoscermi in un passato poco lontano. Infinite possibilità. Solo gli odori restano gli stessi, uniche chiavi per tornare a un giorno che fa parte solo di ricordi sbiaditi. Come quando da grandi si torna nei luoghi che calpestavamo da piccoli e tutto sembra così ridicolo e noi troppo grandi per capire quei segreti e tornare alla magia.
Un tempo avrei fatto alla svelta ad affezionarmi a ritmi e ad aggrapparmi a speranze lasciandomi semplicemente trasportare. Ora, a volte, provo tanta nostalgia per un mondo che prima accettavo (non so come) e che ora rifiuto con tutte le forze. Il mio taccuino rosso è davanti a me, con le pagine al vento a farmi ricordare chi sono. Ma se la vita è proprio un treno verso una meta a noi sconosciuta e ogni fermata è un passaggio fondamentale per definire ciò che siamo e chi viaggia con noi, mi spaventa la possibilità che i miei compagni intraprendano altre strade e di conseguenza facciano altre fermate. Sto invecchiando (ahaha) e sto diventando terribilmente selettiva (o intollerante??) con tutto ciò che mi circonda?
Domani avrò 23 anni e caspius sono proprio volati.
In fondo ciò che temo non è proprio la morte? Il perdere cognizione di ciò che sono e dei miei affetti, del mondo che conosco.
Il lungo corridoio, le porte, i passi, il buio mescolato al bianco che uccide. Dov'è quindi l'uomo vestito verde menta con la cravatta color cioccolato? Ci spia lui e complotta contro di noi. Finchè di una povera castagna non rimarrà che qualche pagina mezza strappata di un taccuino rosso pieno di ricordi. Ma ormai non ci sarà più nulla da fare.