31 dicembre 2008

Il Signor F.

Daniele Alfani - olio su legno - 2008
A Cri e ai sogni.


Era tempo di decidere. Dopo quella brutta, bruttissima giornata, il signor F. non ebbe più dubbi: qualcosa doveva cambiare, ed anche al più presto. S’infilò la giacca da camera a quadrettoni rossi e gialli e sedette alla scrivania di fronte alla porta finestra. Fuori pioveva e le luci dell’Hotel Corso erano accese sulla strada trafficata. Questa volta avrebbe programmato ogni cosa. Un promemoria dettagliato sarebbe stato il punto da cui partire. Accese il computer e cominciò a segnare il da farsi, una sorta di piano a cui attenersi scrupolosamente. Di colpo si sentì invadere da un senso di profondo benessere, come gli capitava ogni volta che addormentandosi, riusciva ad entrare nei sogni degli altri.
Quello era il suo segreto, la sua dolce follia che lo accompagnava da mesi. Nessuno lo sapeva, tranne lei, Viola, ma qualcuno gliela aveva rubata.
Tutto era iniziato quando aveva trovato quel posto come inserviente nel centro REM, la clinica di Recupero Educativo della Memoria; il suo compito era pulire le stanze dove i pazienti si facevano quei lunghi sonni purificatori dai quali quando si svegliavano non ricordavano più chi erano. La nuova cura alla follia dicevano i luminari, ma per la gente comune erano solo delle prigioni per matti senza via d'uscita. Ovviamente le leggende si alimentavano con una facilità disarmante, era un luogo sinistro, una ex caserma militare di periferia, con tanto di filo spinato dotato di scariche elettriche. Le mura all'esterno erano cadenti e il grande giardino che le circondava totalmente incolto. Si diceva che i pazienti dormissero per giorni, settimane a volte mesi interi! C'erano anche persone però pronte a giurare di aver visto i pazienti girovagare nella notte, arrivare fino alle finestre delle loro case e osservarli, rubargli la felicità del sonno. Per questo molte persone se ne erano andate a vivere in città e nessuno voleva lavorare alla clinica. A parte i medici, che il signor F non aveva mai visto, era l'unico inserviente. Ben presto per non impazzire aveva iniziato a parlare con quei pazienti che giacevano in quel sonno profondissimo. La sua prima amica divenne Viola, giovane e delicata, sembrava una bambola, le parlava per ore. Una notte il signor F. sognò un grande campo verde e tante persone in fila. Fra loro c'era Viola, lo prendeva per mano e finalmente riusciva a sentire la sua pelle delicata, da bambina.
Il giorno successivo, mentre puliva la stanza, si avvicinò a lei in punta di piedi e le sussurrò all'orecchio: -è stato bello vederti.
Quella notte stessa sognò nuovamente il grande campo verde, ma Viola non c'era. Iniziò a camminare verso i fitti arbusti che si estendevano pochi metri avanti e scoprì un sentiero. Senza pensarci un attimo iniziò a percorrerlo velocemente, a tratti si guardava indietro sospettando di essere seguito. Dopo qualche minuto si ritrovò davanti ad una vecchia casa con una porta di legno. Sembrava consumata dal tempo, come se avesse combattuto una lunga battaglia, puzzava di marcio e si stava scrostando un pezzo alla volta. Entrò con la speranza di trovarci Viola. Lo accolse solo una stanza vuota. Alzò gli occhi verso il soffitto e vide dei buchi. Sembravano degli oblò, c'era come acqua dentro, ma era nera. Solo allora il signor F. si accorse che per terra c'era un foglio consumato. Lo scartò con cura per paura che si sgretolasse da quanto sembrava fragile.
In caratteri piccoli c'era scritto:
“Adesso sogna.
Lasciati andare verso uno dei mondi possibili sopra di te.”
Dopo pochi attimi, l'acqua nera lo avvolse e venne trascinato su.
Quando finalmente riuscì a respirare si trovò nel grande campo verde, il cielo era sereno e non c'era vento. Era tutto tranquillo, non c'era nessuno e la cosa che lo spaventò fu che riusciva a vedere i confini di questo piccolo mondo, non sentiva nessun odore e non aveva nessuna sensazione tattile. Il signor F. capì che qualcosa era andato storto. Si sentiva bloccato e il suo cuore cominciò a battere all'impazzata. Poi iniziò a sentire delle voci che dicevano che il signor F. aveva commesso un errore, aveva sbagliato strada e si era perso. Il panico si impossessò di lui. Iniziò a urlare e a cercare una nuova via di uscita da quel mondo vuoto.
Nel nuovo mondo del signor F. il tempo non esisteva. Con la sua mente arrivava in un attimo a toccare i confini del campo e poi doveva bloccarsi, si sentiva legato, finito.
Quando si svegliò e aprì gli occhi era mattina, ma non era a casa.
Davanti a sé c'era un soffitto bianco, il cuore che batteva forte e la bocca era amara, secca.
Si spaventò quando capì di non riuscire a muovere le mani, ma si accorse che erano semplicemente legate al letto. Girò la testa di lato e la vide; era Viola che gli sorrideva.
-Questo è uno dei mondi possibili o è un sogno?- disse F. che non riusciva nemmeno a riconoscere la sua voce.
-Nessuno lo sa- disse Viola.
In un attimo tutto il mondo intorno al signor F. si fece oscuro e davanti ai suoi occhi vide gli oblò che lo stavano aspettando.
E si addormentò.

10 commenti:

Anna Migliaccio ha detto...

Buon Anno campegg!!!!!
Appinnn!!!!

Anonimo ha detto...

Auguri befanona uhahaha :P

castagna ha detto...

a te papero CARBONE, TANTO CARBONE!!!

Mauri ha detto...

Sto blog fa la muffa...

castagna ha detto...

come il gorgonzola!!!!!! sigh non lo posso mangiare :°

Mauri ha detto...

Come mai? Sei allergica ai formaggi?

castagna ha detto...

il mio neurone è allergico a tutto :|

Mauri ha detto...

Era più bello lo sfondo scuro :P

castagna ha detto...

è vero :-|

Mobu ha detto...

E' quasi passato un anno e io non dimentico.
:)
BUON NATALE 2009
BUON CAPODANNO!
:)))
quando verra' ovviamente
Mobu