09 gennaio 2008

sprofondando


Immagine: Tobia Ravà Anticamera ghematrica, 2002. Emulsione e tempera acrilica su tela e tavola cm 91,5X66,5 collezione privata Washington USA

"Victor, malasorte, il domani è alle porte".
Fred Vargas, L'uomo dei cerchi azzurri.


Penso troppo. Penso troppo o l'investigatore mette qualcosa di strano nel thè.
La notte non dormo, le penso tutte, leggo pagine su pagine, mi giro, do testate sul muro, mi concentro sulla tranquillità, penso al vuoto, ma niente e non mi dite delle pecore che saltano ostacoli o delle scimmie che mangiano le banane che mi fanno solo innervosire. La verità è che Viola mi perseguita: lei è il suo racconto che vuole farmi scrivere. La vedo camminare in una stanza bianca e poco illuminata, con quei finestroni enormi sempre chiusi e il soffito dove solo lei può perdersi. Il risultato è che sono uno zombie, una castagna morta vivente insomma, che vaga per le strade con la vista appannata e qualcosa di strano in mente, la cosa divertente è che non ho sonno, nemmeno il pomeriggio, resto con la testa piena di idee, tra vita e la non vita.

Oggi ho deciso di dormire.
Ho mandato al diavolo tutti gli esami che devo dare e mi sono presa un libro e fatta un buon thè. Ho pensato che sarei crollata. Mi sbagliavo, però dopo un centinaio di pagine mi sono mummificata in una mega coperta e spento la luce.
Poi è successo il fattaccio.

Già, era successo qualcosa. L'uomo dei cerchi azzurri era apparso da me? Viola c'entrava? In libreria c'era agitazione, si cercava un uomo, aveva fatto qualcosa di grave. Tutto era concentrato su quest'uomo. Aveva comprato un libro, il club vesuvio (esiste, costola gialla), lui era legato all'assassinio, ne eravamo tutti certi. Mentre pensiamo a chi può essere il colpevole, alle mie spalle appare un uomo vestito di giallo, faccia coperta con una fascia nera, ha un coltello in mano e io indietreggio, mi sento come sprofondare come se qualcuno da dietro mi afferrasse e tirasse giù verso l'oblio. Il mio corpo trema e non riesco a fermarlo, sento un rumore come di un trapano. Poi mi sveglio. Ero certa che fosse un sogno, ma la sensazione di sprofondamento era reale come se cadessi dal letto di testa, all'indietro, come se qualcosa mi trascinasse giù. Il trapano è un frullatore, e sotto il letto non c'è nessuno, credo, non ho avuto certo il coraggio di guardare.

3 commenti:

castagna ha detto...

a grande richiesta è giallo canarino :P

Anonimo ha detto...

Dal rosa fucsia al giallo canarino: il prossimo di che colore?
Comunque sotto al letto c'ero io, dovevo controllare che facevi! :P

castagna ha detto...

aaaaaaah papero mostruoso :PPP